Nel marketing si parla molto di era 4.0, invece in questo caso è semplicemente il risultato di una partita di
calcio, la finale per esattezza, Immobiliare San Pietro Sport vs Valsambro Calcio.
Incredibile. Quando ho accettato la proposta di alcuni miei collaboratori appassionati, per formare una
squadra di calcio a 7 ed iscriversi ad un torneo UISP di Bologna, ho pensato:
“bella questa iniziativa, ci permetterà di
conoscere persone nuove e far conoscere il nostro gruppo”
In effetti non mi sbagliavo, ma il vero risultato è stato un altro, molto più importante, educativo e
costruttivo.
Il nostro gruppo oggi, conta una settantina di persone, dalla direzione strategica ai supporti operativi, distribuite in un territorio circoscritto tra Bologna e Ferrara, di circa 900 km².
Proprio per questo non sempre si creano le occasioni per vederci così spesso, eccetto gli incontri programmati.
Il calcio ha fatto quello che la programmazione non sempre può fare:
- Ha fatto incontrare persone diverse
- Le ha fatte conoscere negli allenamenti, nelle chiacchere di spogliatoio e nel terzo tempo
- Ha fatto comprendere l’importanza della disciplina, degli obiettivi e dei valori, oltre all’importanza delle singole funzioni all’interno di uno schema comune
Tanto che da un gruppo di persone disomogeneo e non organizzato, attraverso il calcio, partita dopo partita, a forza di errori ed aggiustamenti siamo arrivati alla finale.
Una serata indimenticabile dove l’Immobiliare San Pietro Sport se l’è giocata con il Valsambro, una squadra composta principalmente da ragazzi africani che vivono in una Casa famiglia a Monghidoro.
Com’è andata?
Abbiamo perso 4-0.
Da poco appassionato di calcio, ho portato però a casa un risultato di grande valore… quello che sapevo essere già importante nella teoria, si è rivelato determinante nella pratica.
Sentendo le parole del loro dirigente a fine partita, ho capito che non avremo mai potuto vincere.
Noi avevamo ruoli chiari, obiettivi, missioni e valori con cui giocare, mentre loro avevano un ingrediente in
più, lo scopo migliore!
Loro giocavano come principale scopo di vita, mentre per noi era sport, aggregazione, comunicazione e formazione.
Quindi ho notato la differenza nei livelli di scopo.
La dichiarazione del dirigente del Valsambro mi ha fatto capire, come a parte il calcio, loro non hanno nessuna certezza ed il calcio è la loro ancora, è lo scopo della loro vita.
Oggi rappresenta il loro motore, la loro energia vitale.
Se prima, solo ragionando sulla teoria, avevo già il pensiero che avere un proprio scopo è importante… ora ho capito che è ancor più importante il livello di scopo… e tanto più alto è, quanto incide sulla propria determinazione.
Loro hanno vinto.
Hanno vinto per pura determinazione.
Hanno giocato ogni singolo attimo come fosse quello determinante, il primo minuto come fosse l’ultimo… anche quando agli ultimi calci erano già 3 a 0.
Per noi era solo una partita di calcio..
Cosa fare quindi quando lo scopo di squadra non è lo scopo migliore?
La mia conclusione è che la differenza la può fare solo lo scopo personale del singolo, così come in azienda i risultati migliori si ottengono quando lo scopo di gruppo e lo scopo personale, si fondono in un mix perfetto!
A presto,
Roberto Manferdini