A volte può capitare di scoprire di avere in casa un abuso edilizio e non sapere come gestirlo: si può risolvere con semplicità o no? Bisogna necessariamente ripristinare lo stato dei luoghi?
Proviamo a riassumere tutto ciò che conviene sapere su questo tema, invitando poi i nostri lettori a prendere diretti contatti con il nostro gruppo per scoprire cosa si può fare nel proprio caso specifico.
Cos’è un abuso edilizio
In termini sintetici, l’abuso edilizio è una violazione della normativa edilizia realizzatasi ogni qual volta vi è una difformità tra ciò che viene costruito e ciò che invece è stato autorizzato attraverso, ad esempio, il permesso di costruire.
Tra i principali casi di abuso edilizio possiamo ricordare il mancato rispetto della planimetria o della volumetria autorizzata, o ancora una diversa destinazione d’uso.
L’abuso edilizio si può sanare?
In buona parte dei casi l’abuso edilizio può essere sanato, a patto che l’intervento rispetti la normativa in vigore nel momento in cui è stato effettuato l’abuso e quella che è in vigore nel momento in cui invece viene richiesta la sanatoria.
Insomma, affinché un abuso possa essere risolvibile è necessario che vi sia una doppia conformità urbanistica, riferendosi come tale a quella risalente al momento in cui l’abuso è stato commesso e quella legata al presente.
In ogni caso, riparare agli abusi ha sempre un costo aggiuntivo rispetto all’effettuazione delle operazioni con la coerente regolarità: il contributo di costruzione deve per esempio essere versato in misura raddoppiata.
Quando la sanatoria dell’abuso non è realizzabile
Ci sono poi dei casi in cui la sanatoria non è possibile. Se infatti l’intervento effettuato non rispetta la doppia conformità, l’abuso non è generalmente regolarizzabile. Si pensi ai casi in cui l’intervento è stato realizzato senza permesso di costruire, perché magari su terreni sottoposti a vincoli paesaggistici. In tutti questi casi non è possibile regolarizzare la propria posizione e l’unico rimedio sarà il ripristino dei luoghi.
In altri termini, entro 90 giorni dall’ingiunzione di ripristino da parte del Comune, il proprietario dovrà demolire l’immobile abusivo o rimuovere le parti abusive.
L’abuso edilizio va in prescrizione?
L’abuso edilizio è un reato che va in prescrizione dopo 4 anni dal completamento dell’opera o, nel caso in cui il responsabile sia rinviato a giudizio per tale reato, dopo 5 anni dall’inizio del procedimento senza che sia stata emessa una sentenza.
Occorre tuttavia tenere a mente che la prescrizione riguarda esclusivamente il lato penale della vicenda, ma non certo la demolizione. Pertanto, se è stato emesso un ordine di demolizione questo va sempre rispettato, anche se nel frattempo il reato è caduto in prescrizione o se l’immobile ha cambiato proprietario. In questo caso, infatti, il responsabile rimane sempre colui che ha compiuto l’abuso, mentre al nuovo proprietario spetterà l’incarico di rispettare l’ordine di demolizione dell’immobile o delle sue parti abusive.