Qualche giorno fa a Bologna, per organizzazione della Compagnia delle Opere, ho assistito alla presentazione del modello di Co Housing da parte di Marco Bolis, uno dei fondatori della società milanese NewCoh, che ha creato e gestisce la community on-line cohousing.it
Mi si è aperto un mondo… Un concetto, nella sua semplicità, straordinariamente utile ed innovativo e vi spiego perché in parole semplici.
Questo modello con cui, sotto la guida di Newcoh, le famiglie, le persone, si aggregano per realizzare il sogno della loro vita, la loro nuova casa, si prefigge innanzi tutto l’obiettivo della sostenibilità.
- Sostenibilità ambientale intesa come recupero, trasformazione e riorganizzazione di spazi o involucri inutilizzati (quanti immobili dismessi da poter riportare in vita esistono oggi, anziché consumare nuovo suolo?!).
- Sostenibilità sociale intesa come aggregazione delle persone, attivazione di relazioni con la condivisione di VALORI COMUNI, dei quali gli spazi, i luoghi e i servizi del Co Housing sono i mezzi fisici che garantiscono una migliore qualità della vita.
- Sostenibilità economica intesa come risparmio sulla filiera della produzione di un bene immobile e dell’ottimo rapporto qualità-prezzo della vita in Co Housing.
Se pensiamo ad un utilizzo del territorio consapevole, ad una riscopribile socializzazione perduta nelle virtualità di internet e ad un sicuro risparmio economico, già abbiamo ottenuto uno straordinario risultato.
Ma non basta, sono anche altri i fattori che mi fanno pensare a questo come ad un nuovo modello vincente di “abitare“.
Si pensi ad esempio alla possibilità che hanno le famiglie che vanno a vivere in Co Housing, di veder realizzati spazi e servizi funzionali alla loro qualità della vita, grazie al percorso progettazione partecipata in cui, insieme, decidono che cosa condividere e come organizzarsi, trovando risposta alle loro esigenze in termini di funzionalità e distribuzione degli ambienti privati e di quelli comuni!
Per di più, fin dal primo incontro collettivo, si potrà “far conoscenza“con tutti gli altri futuri co-hosuers, come sana abitudine dei nostri tempi passati.
Questo per evidenziare, alla luce di trent’anni di attività immobiliare alle spalle, che il disaccordo con il vicinato è tra le prime cause di un trasloco. Rischio molto ridotto se sappiamo prima chi sarà il nostro vicino di casa e se, insieme abbiamo stabilito semplici regole condivise, cosa ne pensate?
Inoltre e non da meno, la possibilità di aggregare persone che condividono uno stesso stile di vita ottenendo dal bene immobile quegli elementi difficilmente ritrovabili in un libero e “normale“ mercato immobiliare.
Faccio esempio: una piscina comune, un campo da tennis comune, un ambiente polivalente dove ricevere i propri di amici e cenare, da una parte evitando i costosi ristoranti e dall’altra godendo di un ambiente familiare ed accogliente, senza dover per forza acquistare e mantenere un soggiorno di 50 mq (le nostre mogli saranno veramente contente!!). Ma vi parlo anche di una stanza con bagno comune e a disposizione degli ospiti, utilizzabile da tutti a turno. E di esempi come questi ce ne sono almeno un centinaio…
“Co Housing. Ma chi ha voglia di condividere?”
Ci verrebbe da pensare. Invece è una tendenza sempre più presente tra i nostri giovani… e ce lo dimostrano ogni giorno condividendo passaggi in auto, libri, social delle comunicazioni, giochi, ed ambienti abitativi. Il futuro passerà dal sistema corporativo/collaborativo come scrive J. Rifkins a costo marginale zero!
Addirittura si potrebbe pensare di render produttivi quegli spazi comuni concedendoli in uso anche agli esterni (mi riferisco ad esempio alla camera/bagno per i periodi liberi) così da abbattere le spese condominiali.
Un’ultima motivazione che da sola, nel mondo in cui viviamo, già sarebbe sufficiente per farci decidere sulla validità del progetto?
Il Co Housing e la sicurezza attiva
Si, proprio la sicurezza…
Parliamo con i nostri nonni, una volta nelle borgate non c’era bisogno di allarmi o inferriate e non è che ci fossero meno ladri allora, anzi!
Però c’era sempre qualcuno attento ed interessato alla proprietà del vicino. C’era sempre qualcuno pronto a dare avviso in caso di “sconosciuti“ attorno a casa.
Oggi, nella maggior parte dei casi non sarebbe possibile… per i più, gli sconosciuti sono già i propri vicini di casa ! Meditate.
Co Housing? – Ne parlano anche:
- Il Sole 24 Ore – Esempi di co housing nel mondo
- Il Sole 24 Ore – La casa ideale del futuro? Secondo la Doxa sarà flessibile, condivisa, sostenibile e hi-tech
- Radio24 – Melog Cronache Meridiane di Gianluca Nicoletti – Dalla badante alla spesa: cosa si può condividere in un condominio?