Carico Mentale Domestico: nuove routine per superare frustrazioni e stanchezze
C’è una teoria secondo la quale ogni uomo vive una vita, mentre ogni donna ne vive due o tre.
Sembra una sciocchezza? Eppure non è una affermazione così tanto distante dalla realtà.
In generale la giornata di uomo è quella di una persona che passa la maggior parte del tempo al lavoro per poi recarsi a casa e/o andare a fare sport.
La giornata di una donna invece prevede quanto meno due lavori: uno retribuito e uno non retribuito, il cosiddetto lavoro di cura: prendersi cura dei figli, della casa, di familiari anziani, ecc
Ovviamente ci sono molti uomini che si prendono cura dei propri figli ma se pensate che stia esagerando sappiate che secondo i dati ISTAT nel 2019 solo il 21% dei lavoratori di sesso maschile ha usufruito del congedo di paternità, contro l’82% delle lavoratrici di sesso femminile.
Purtroppo, in molte famiglie si dà spesso per scontato che sia la donna a tenere tutto e tutti sotto controllo e questa attitudine, più o meno indotta ha un nome preciso: CARICO MENTALE
Il Carico Mentale è letteralmente la somma di tutte quelle cose che le donne devono fare, o pensano di dover fare, che appesantiscono la mente e le giornate, facendole arrivare a sera stremate.
Ci sono TRE TIPI di carichi:
- quello INTRINSECO: il COSA dobbiamo realmente fare (cucinare, pulire, occuparsi dei figli…)
- quello ESTRINSECO: il COME pensiamo di realizzarlo o come vorremmo realizzarlo (una cenetta buonissima, una casa luccicante, far fare mille attività ai bambini…)
- quello RILEVANTE: ovvero tutta la programmazione che sta dietro ogni nostra singola azione (organizzare i pasti, organizzare le pulizie, fare le corse da una parte all’altra della città…)
Ecco che si crea quell’effetto per cui dobbiamo necessariamente portare a termine un compito, ci illudiamo che se lo mischiamo in un frenetico multitasking con qualcos’altro saremo più produttive, e nello stesso tempo stiamo pensando ad azioni che dovremo fare tra una o due ore.
Il Carico Mentale è un disagio mentale può avere ripercussioni sul sonno, sull’aumento dell’ansia, dello stress, in generale sulla qualità di vita, peggiorandola.
Ci si sente la mente costantemente sovraccarica e non si riesce mai a riposare e a lasciar andare.
Lui non mi aiuta! Lei mi assilla! Come sanare il conflitto.
Molti uomini vengono da famiglie di stampo patriarcale, in cui i ruoli erano ben distinti: uomo lavora, donna bada alla famiglia, ergo non gli è mai stato richiesto di fare nulla e nessuno gli ha mai nemmeno insegnato come farlo.
Quegli stessi uomini oggi si trovano ad accompagnarsi con donne che invece lavorano, hanno interessi, magari non sono nemmeno interessate a imparare a cucinare o a stirare, quindi emerge il conflitto.
Dall’altro lato ci siamo noi donne che invece proveniamo da famiglie in cui, nella maggior parte dei casi, c’erano mamme e nonne inesauribili che si facevano carico di tutto quanto. Fin da piccole subivamo la richiesta di apparecchiare e sparecchiare mentre i nostri fratelli maschi potevano restare tranquillamente a giocare.
Quindi è molto più naturale, per noi, sapere cosa fare e come.
STRATEGIE UTILI
Molte famiglie con cui lavoro mi raccontano come questi ruoli generino attrito e conflitto, cosa che spesso porta entrambe le parti della coppia a rimarcare le proprie posizioni senza trovare quella mediazione che invece è fondamentale per trovare armonia, tranquillità e serenità.
Ecco alcune STRATEGIE che vi propongo:
- Innanzitutto abbandonare atteggiamenti giudicanti a favore di un dialogo costruttivo in cui esprimersi in modo chiaro. No a sbraitare, si a chiedere ciò di cui abbiamo bisogno: ritagliatevi un tempo settimanale in cui sedersi insieme e parlare di cosa vi aspettate l’uno dall’altra;
- Noi donne, dobbiamo abbandonare l’idea (e la pretesa) di essere capite senza proferire parola: gli altri (non solo il nostro compagno, anche le amiche o i familiari) non sono degli indovini quindi parliamo chiaramente, con calma, di ciò di cui abbiamo bisogno: chiedere aiuto per portare avanti la casa non deve essere motivo di vergogna o di non essere considerate “brave mogli” o “brave mamme”. Riconosciamo che non siamo Wonder Woman e ci leveremo un gran peso!
- Altra cosa che consiglio a noi donne è di lasciar andare ed evitare di criticare se il nostro compagno non svolge le faccende domestiche ESATTAMENTE come le avremmo fatte noi. Lasciamo che se la sbrighi da solo, consigliando senza giudicare. Fatto è pur sempre meglio che perfetto!
- Dall’altro lato consiglio agli uomini di abbandonare l’idea che i lavori di cura “non siano cose da uomini”. Per esempio si sentono espressioni infelici su uomini che si prendono cura dei loro figli: “fai il mammo?” chiedono ridendo gli amici o i colleghi… ma no, c’è una parola bellissima: papà!
- Molte donne mi dicono che non si sentono sufficientemente apprezzate in quello che fanno: consiglio agli uomini di non dare una cena calda o una camicia stirata per scontate. Ricordatevi di ringraziare e di esprimere apprezzamento.
- Ad entrambi chiedo di considerare il fattore tempo di qualità da passare insieme. Pulite casa insieme mettendo musica allegra, oppure dividetevi le mansioni a seconda delle vostre attitudini. Una strategia che a casa mia funziona molto è “ci sono due mansioni, tu quale preferisci fare?” di solito mio marito si prende il cucinare, perché si diverte, oppure fa delle commissioni mentre porta il cane a passeggio; in entrambi i casi mi solleva comunque di faccende a cui altrimenti dovrei pensare io. Portare a termine le faccende in due dimezza il tempo e poi ci si può rilassare e divertire insieme!
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