Con l’arrivo dell’estate concludiamo anche quest’edizione della nostra rubrica Abitare a …
Articolo dopo articolo, settimana dopo settimana, ci siamo divertiti ad andare insieme alla scoperta dei comuni in cui operiamo e dei quartieri del capoluogo, Bologna.
Siamo partiti dal comune che ospita la sede centrale della nostra società, San Pietro in Casale, e abbiamo scoperto che il mercato settimanale, ancora oggi allestito ogni Martedì mattina in Via Matteotti, Via Vittorio Veneto, Piazza Calori e Piazza Martiri, ha origini antichissime: il primo documento che ne attesta l’esistenza è un decreto del Senato bolognese risale al 1544!
Siamo poi sbarcati a Castel Maggiore, dove, sul finire dell’800, la nuova officina “meccanica e fusoria” era così all’avanguardia da produrre, per la prima volta in Italia, frigoriferi.
A San Giorgio di Piano abbiamo scoperto la festa del Corso dei fiori, in cui ben 10 Compagnie si occupano ogni anno alla realizzazione dei costumi, alla preparazione dei fiori per il gettito e all’addobbo dei carri.
Castenaso, con il suo MUV, il museo della civiltà villanoviana è il posto ideale per approfondire le nostre conoscenze su usi e costumi dei nostri pro,pro,pro… (continuate a dire “pro” per altri venti minuti) prozii.
E che dire di Pieve di Cento, storicamente territorio conteso tra la Santa Sede e i Borgia, e sede di uno dei carnevali più famosi al mondo?
Con una punta di tristezza vi abbiamo raccontato di Palazzo Lambertini a Poggio Renatico e della sua torre dell’orologio, andata distrutta assieme a tantissime altre costruzioni di interesse storico durante quel maledetto terremoto che ha colpito la nostra regione nel 2012.
Il nostro viaggio nei comuni della provincia emiliana è poi proseguito verso Granarolo, sede dell’omonimo gruppo industriale e residenza di campagna dell’esploratore ravennate Pellegrino Matteucci, il primo ad attraversare il continente africano dal Mar Rosso al Golfo di Guinea.
Parlando dell’Emilia Romagna e delle sue tradizioni non potevamo tralasciare la buona tavola e il buon cibo che viene servito nelle osterie; osterie magari antichissime, come l’Osteria della Stella a Castello d’Argile, costruita probabilmente nel 1500 come “Hospitalia” per accogliere viandanti e pellegrini sulla strada per il convento dei Frati Minori di S. Francesco, e- ben cinque secoli dopo – tutt’ora in attività; oppure la Locanda di Napoleone ad Altedo (tra le altre cose patria dell’asparago verde dop), chiamata così proprio perché il generale francese vi fece tappa per ben due volte nel lontano 1796.
Per quanto riguarda invece Bologna il nostro viaggio ci ha portato a scoprire la Bolognina lo storico quartiere operaio ora teatro di una delle più importanti e profonde opere di riqualificazione urbana compiute negli ultimi anni nel capoluogo Emiliano: un cantiere sempre aperto che riesce a mantenere la sua impronta multiculturale a cavallo tra passato e presente.
Siamo passati poi per il quartiere Santo Stefano, un quartiere di certo non popolare come il precedente, in cui a farla da padrona è la Storia (quella con la “S” maiuscola): le Sette Chiese, la cui pianta avrebbe dovuto ricalcare il Santo Sepolcro di Gerusalemme; Piazza Maggiore con la Basilica di San Petronio, la sesta chiesa più grande al mondo.
E poi i parchi: la Lunetta Gamberini, Villa Gigi e i Giardini Margherita, vero e proprio polmone verde della città.
Per restare in tema di commistioni tra antico e moderno, era impossibile non parlarvi del quartiere Porto-Saragozza, il quartiere che ospita il Santuario della Madonna di San Luca e il Museo d’arte moderna (MAMbo), il Cimitero Monumentale della Certosa e il nuovissimo quartiere della manifattura delle Arti, la Chiesa di San Francesco con le tombe dei glossaristi e la Cineteca.
Il nostro viaggio (per ora) si è concluso nel centro di Bologna, o Bologna “Entro Mura”, come la chiamano gli abitanti, per scoprire che una delle due torri, quella degli Asinelli, è la torre più pendente d’Italia, mentre la Garisenda (la più bassa delle due) ha trovato posto nei versi de La Divina Commedia.
Insomma: è stato un viaggio bellissimo alla scoperta del nostro territorio, delle comunità che lo abitano e della nostra antichissima cultura e siamo contenti di averlo condiviso con voi lettori.
A proposito, dove vi piacerebbe andare la prossima volta?