
Esistono diverse tipologie di tassazioni in base al tipo di contratto che si sceglie di fare. Se si opta per un contratto a canone libero 4+4 con tassazione ordinaria si pagano le tasse in base al proprio scaglione Irpef sul proprio reddito (l’aliquota minima è il 23%) calcolata sul 95% del canone annuo; se si opta per la stessa tipologia di contratto ma con la tassazione agevolata (cedolare secca) si ha una tassazione, ad oggi, del 21% sul canone annuo.
È importante sempre fare riferimento al proprio commercialista per capire quale delle due tassazioni è più conveniente per ognuno di noi.
Per i contratti a canone concordato (contratto tradizionale 3+2, per studenti e per lavoratori fuori sede) la tassazione, in cedolare secca, è agevolata al 10% e nel caso in cui sia seconda casa si ha un abbattimento di circa il 50% sull’IMU.
Il contratto a canone concordato prevede la possibilità di scegliere il canone di richiesta in base a dei criteri, dettati dalle associazioni di categoria, che danno la possibilità di richiedere un canone che va da un minimo ad un massimo mensile potendo in questo modo usufruire della tassazione agevolata (come sopra descritta).
Le imposte per i contratti non in cedolare secca sono le seguenti:
Per la registrazione del contratto si paga il 2% del canone annuo (quota che va divisa al 50% tra locatore e conduttore) mentre le marche da bollo vengono pagate dal conduttore.
L’imposta di registro va pagata annualmente .
Per i contratti concordati in cedolare secca non sono previste imposte da pagare ma sono previste una serie di attività che possono essere eseguite in parte dall’agenzia e in parte da una delle associazioni di categoria tra cui il conteggio canone concordato e l’asseverazione del contratto di locazione (validazione da parte delle associazioni di categoria per poter usufruire della tassazione agevolata prevista).
La spesa si quantifica in meno di 200 €.
Camilla Bigliardi