SELEZIONARE I LIBRI: QUALI TENERE NELLA NOSTRA LIBRERIA?
Una delle cose più difficili con cui i miei clienti si misurano durante le mie consulenze domestiche è selezionare i libri.
Nove volte su dieci si parte malissimo: “No, i libri assolutamente non si buttano!”
Ci hanno insegnato fin da piccoli che LIBRO=CULTURA=OGGETTO SACRO che deve essere trattato con massima cura manco fosse la reliquia di un Santo.
Ovviamente da adulti pensare di fare una selezione diventa quasi impensabile, peggio che chiedere a Carrie Bradshaw di buttare un paio di Manolo Blahnik.
Ma è davvero così?
Nella mia camera di adolescente i libri erano sicuramente l’oggetto più ricorrente: la mia libreria era un tetris perfetto e studiato; i libri stavano in doppia fila con uno studio accurato per mettere vicini quelli della stessa altezza in modo da poterne mettere altri in orizzontale, sopra.
Avevo già degli evidenti squilibri tendenti all’ordine (quasi) maniacale e mi piaceva moltissimo il senso di eleganza e rigore che mi dava il mettere contigui i libri della stessa casa editrice: la bellezza delle minimali coste bianche Einaudi, l’ordine per numero degli Adelphi o lo scaffale rosso scuro con i titoli scritti in oro dove stava la Selezione dal Reader’s Digest. Era rassicurante.
E poi c’erano i ripiani di libri di arte, quelli di guide turistiche (ordinati per Italia-Europa-Mondo) e i cataloghi dei musei o delle mostre che ho visitato.
Possedevo un vecchio mobiletto a cinque mensole che avevo scartavetrato personalmente e dipinto di rosso laccato, ma il contenuto era un monocromatico giallo ovvero circa 300 numero di Topolino.
E poi c’era una discretamente importante collezione di manga giapponesi: in alcuni casi i dorsi uno accanto all’altro formavano un motivo o un disegno dello stesso autore.
Quindi capisco perfettamente il valore sentimentale di tutta questa “carta” ma è necessario sfatare il mito: il libro, in quanto parallelepipedo di fogli di carta tenuti insieme da colla non è un oggetto sacro.
Secondo mito da sfatare: il libro non è necessariamente sinonimo di cultura.
Sono certa che se ci pensate bene ci sono libri “scritti” da qualche sottospecie di influencer e/o tronista che con la Cultura (quella con la “C” maiuscola) non hanno nulla a che fare.
Esistono libri ed esistono libercoli: dei secondi possiamo fare tranquillamente a meno.
E poi c’è il gusto personale: proprio l’altro giorno un’amica mi ha confessato di aver detestato il celeberrimo “Il buio oltre la siepe”.
Non l’ha terminato e sono abbastanza certa che non lo aprirà mai più: probabilmente in tanti lo considerano un capolavoro ma il gusto personale non si discute e di ciò che non ci piace possiamo liberarcene senza pentircene!
Ma ecco una serie di libri che potete eliminare senza sensi di colpa:
- I libri che non avete mai letto, magari vi sono stati regalati ma non vi attirano minimamente
- I libri che non vi hanno trasmesso nulla
- I libri che evocano brutti ricordi
- libri di scuola non più aggiornati
- I libri/dispense inerenti la vostra professione che sono superati o vi hanno dato a qualche corso o convegno e tenete li per “quando avrete tempo” ovvero MAI
- I libri non più aggiornati, come vocabolari vecchi, stradari obsoleti, mappe non aggiornate
- I libri che potete sostituire in altro modo, per esempio i libri di cucina
Nella vostra libreria rimarranno:
- i libri che avete amato appassionatamente
- i libri con un valore emotivo oltre che economico
- i libri che volete leggere (o rileggere)
- i libri inerenti il vostro lavoro o i vostri hobby (utili e aggiornati)
I libri che decidete di scartare non li dovete buttare, ma li potete regalare ad amici o parenti che sapete apprezzeranno, a biblioteche, a scuole, oppure potete lasciarli in luoghi di scambio (bookcrossing) in locali o parchi pubblici, oppure venderli.
a cura di Simona Bergami, PROFESSIONAL ORGANIZER
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