Il settore edilizio italiano si prepara a una trasformazione dalla portata ancora da decifrare attraverso l’introduzione del Decreto Salva Casa. Un provvedimento che, pur non rappresentando la riforma completa auspicata dagli addetti ai lavori, mira a semplificare la regolarizzazione degli immobili e ad ampliare il parco abitativo.
Ma che cosa cambia nel dettaglio?
Abbiamo provato a fare una sintesi di tutte le novità in questa breve guida.
La semplificazione della conformità
Dal 30 maggio 2024, la sanatoria edilizia diventerà più accessibile. Sarà infatti sufficiente che le irregolarità più piccole rispettino una doppia conformità più leggera, mentre si continuerà ad applicare quella tradizionale per le difformità più gravi e per le variazioni più sostanziali.
Il processo di regolarizzazione
Le domande di sanatoria, presentabili come permesso di costruire o SCIA, continueranno a richiedere l’assistenza di un tecnico qualificato ma vedranno tempi più certi per l’ottenimento del via libera: i Comuni avranno infatti tempistiche precise per rispondere, dai 45 giorni per i permessi ai 30 giorni per le SCIA, per arrivare ai 180 giorni per gli immobili vincolati. Oltre questi termini, varrà il silenzio assenso.
Gli oneri economici
Le sanzioni sono destinate a variare: per i permessi di costruire in sanatoria, l’importo sarà il doppio del contributo di costruzione. Per le SCIA, oscillerà tra 1.032 e 10.328 euro, basandosi sul valore dell’immobile. Gli enti pubblici saranno invece esentati dai pagamenti.
I margini di tolleranza costruttiva
Gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024 godranno di tolleranze variabili in base alle dimensioni dell’immobile, dal 2% per superfici oltre i 500 mq al 6% per quelle inferiori ai 60 mq.
La certificazione di legittimità
La dimostrazione dello stato legittimo si semplificherà dal 30 maggio 2024, considerando solo il titolo originario o l’ultimo intervento significativo. Le irregolarità nelle parti comuni non influiranno sulla legittimità complessiva.
La flessibilità nelle destinazioni d’uso
Si faciliteranno i cambi di destinazione d’uso in tutte le zone urbane, con o senza opere, sia all’interno della stessa categoria che tra categorie diverse.
Gli standard di abitabilità
In caso di ristrutturazioni, saranno accettati locali con altezza minima di 2,40 metri e monolocali da 20-28 mq a seconda del numero di persone che vi abiteranno. Per le nuove costruzioni, rimarranno in vigore i parametri attuali.
La valorizzazione dei sottotetti
Il recupero dei sottotetti sarà agevolato, anche in deroga alle distanze minime, preservando però l’aspetto esterno dell’edificio.
Gli interventi in edilizia libera
Infine, le opere di schermatura solare come tende e pergole rientreranno nell’edilizia libera, purché non creino ambienti chiusi permanenti.
Per comprendere l’effettiva portata di queste novità occorrerà tuttavia attendere qualche mese, verificando in che modo circolari e regolamenti riusciranno a declinare in termini più dettagliati e concreti tali nuove linee guida.