In attesa dell’Incontro/seminario che si terrà il 26 Febbraio a Castel Maggiore, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Simona Bergami, Professional Organizer, fondatrice del progetto Time4You e docente del corso.
Ciao Simona, benvenuta sulle pagine del nostro Blog! Cominciamo subito con la prima domanda: cosa fa di preciso un Professional Organizer?
Il Professional Organizer è una professione innovativa e ancora poco conosciuta in Italia, anche se negli Stati uniti questa figura è presente già dagli anni ‘80.
Il Professional Organizer risponde alle richieste di aiuto di persone che decidono di apportare un cambiamento nella propria vita, che cercano un modo per riappropriarsi dei propri spazi e del proprio tempo e non sanno da dove cominciare. Tra le mission di un P.O. ci sono l’insegnamento di strategie e modi per diminuire le perdite di tempo, aumento dell’efficienza e la riorganizzazione degli spazi domestici e lavorativi e le corrette strategie da attuare per mantenere il controllo e non essere travolti dallo stress quando la routine quotidiana viene stravolta dalle novità.
Per comprendere come affrontare i cambiamenti, durante l’incontro analizzerò due situazioni particolari: il trasloco in una nuova casa e la scelta di seguire una dieta.
A tal proposito, ti faccio una domanda a bruciapelo: un’esperta come te, quante volte si è trovata “in prima linea” nell’affrontare un trasloco nella sua vita privata?
Nella mia vita ho traslocato quattro volte.
La prima nel “secolo scorso”, era il 1988 io non avevo neppure sei anni. Traslocammo a luglio, proprio mentre il mitico trio Van Basten-Gullit-Rijkaard faceva vincere il campionato europeo all’Olanda.Ho dei ricordi abbastanza vaghi, solo quelli di una gran confusione per casa, mia mamma intrattabile con i nervi a fior di pelle e mio padre, da quel pignolo che è, preoccupato che i facchini buttassero scatoloni a destra e sinistra e rompessero qualcosa.
Ricordo che quella mattina di gran trambusto, me ne stavo in silenzio, in un angolo, la mia bambola preferita stretta al petto, e guardavo il luogo dove ero nata, l’unico posto che fino a quel momento avevo chiamato “casa”, svuotarsi in fretta. Mi ricordo la grande sala (era davvero enorme!) completamente vuota, in cui le voci facevano eco.
Ero abbastanza spaventata: dove andavamo esattamente? Cosa avrei trovato? Mi sarebbe piaciuto? E le persone che conoscevo nel quartiere che fine avrebbero fatto? Andavamo solo dall’altra parte della città, in una zona residenziale nuova di zecca, eppure a me sembrava un cambiamento enorme.Le due volte successive sono state un’andata e ritorno nel giro di due anni, nell’ambito di una relazione fallimentare: dico solo che se l’andata era stata sull’onda dell’entusiasmo, il ritorno l’ho organizzato nel giro di quattro giorni stipando l’auto peggio di una profuga e scappando il più velocemente possibile. Per fortuna non c’erano mobili da prendere!
L’ultima volta quattro anni fa, quando quello che adesso è mio marito mi propose di trasferirmi da lui. Memore dell’esperienza precedente ho iniziato con calma: all’inizio ho traslocato solo lo spazzolino da denti!
Il tuo racconto è un ottimo spunto per soffermarci un attimo su un aspetto dell’abitare che è importantissimo per noi dell’Immobiliare San Pietro: Casa, nella sua accezione più ampia, è molto più di quattro mura; è il luogo in cui viviamo le nostre più profonde emozioni, dove creiamo la maggior parte dei nostri ricordi – alcuni belli, altri un po’ meno – e affrontare nel modo giusto questo carico emotivo non è mai semplice come sembra…
E’ indubbio che traslocare sia sempre un turbine di emozioni.
Quando mi vengono chiesti consiglio e aiuto per organizzare questo momento così delicato, parto sempre con il chiedere alla persona di focalizzarsi su due cose:
- la motivazione
- le aspettative
Partiamo dalle motivazioni.
Un nuovo lavoro, una nuova relazione, l’arrivo di figli, il desiderio di maggiore vicinanza a negozi e servizi (per chi si trasferisce in città), il desiderio di maggiore quiete e tranquillità (per chi si trasferisce in campagna), la decisione di acquistare casa e di non pagare più l’affitto… Questi sono solo alcuni dei motivi che ci spingono a traslocare.
Ad ognuna di queste motivazioni si associa anche uno stato d’animo, non sempre positivo.
Conosco persone che hanno cambiato casa per lavoro con l’obiettivo di rientrare nella città di origine nel giro di un paio d’anni. Ad oggi sono passati 6-7 anni ma il senso di precarietà rimane: non sono stati attaccati quadri alle pareti, mancano alcuni lampadari, non ci sono tende… Sono dettagli, ma sono sufficienti a non dare il titolo di “casa” a quell’abitazione.
Nella maggior parte dei casi però una nuova casa significa l’inizio di un nuovo capitolo di vita e un misto di ansia-euforia-preoccupazione-felicità che mette a dura prova i nervi.
Già, perché organizzare tutto il trasferimento è davvero complesso, i fattori da tenere sotto controllo sono tanti, spesso non si sa da che parte iniziare, in più nel frattempo la vita continua, i problemi quotidiani ci assorbono, il lavoro richiede le nostre energie, arriviamo a sera stremati consapevoli che bisogna iniziare ad inscatolare ma… “oggi sono troppo stanco, inizierò domani!”
Ecco perché è importante pianificare e organizzare tutto diverso tempo prima in modo da poter inscatolare con calma ma soprattutto per fare un po’ di decluttering onde evitare di trasportare nella nuova casa cose inutili.
Tra i motivi che portano a cambiare case ho volutamente escluso il “ci serve più spazio perché abbiamo troppe cose”. Se non vi liberate del superfluo ben presto anche la nuova casa sarà stipata, e ve ne servirà una ancora più grande, aumenteranno sempre di più le spese di mantenimento, e voi vivrete la frustrazione di essere eternamente insoddisfatti. Casa deve essere il vostro rifugio sicuro, non un magazzino di stoccaggio!
Parliamo ora di aspettative; ne riponiamo sempre in una casa nuova.
Molte fanno parte dei motivi per i quali decidiamo di spostarci (soddisfazioni professionali, uno stipendio più alto, migliori servizi, un ambiente più sano…), ma anche la casa in sé ne nasconde parecchi.
Per esempio, si dicono frasi ai bambini come “nella casa nuova guai a sporcare i muri!” oppure “nella nuova casa avrai una cameretta tutta tua di cui dovrai aver cura!” e con noi stessi facciamo propositi come “nella nuova casa sarò più ordinata” oppure “la nuova casa sarà minimalista!” e ancora “terrò la nuova casa lucida e perfettamente pulita!”
Ma quanti di questi propositi si mantengono sul serio? Quante volte diciamo “beh adesso questo lo metto qui… momentaneamente”? Quanti scatoloni lasciamo in cantina o in garage pensando “poi ci penserò”?
Sappiate che tutte queste procrastinazioni sono l’incipit di una nuova disorganizzazione e di un nuovo disordine!
Anche in questo caso possiamo approfittare del nuovo ambiente per impostare delle nuove routine sia per noi stessi che per tutta la famiglia.
Chiedo sempre di visualizzare la nuova casa, i nuovi ambienti, se serve provare a disegnarli: questo metodo aiuta a capire quali mobili portarsi dietro, quali oggetti davvero vogliamo con noi, quali cose non ci servono e possiamo lasciar andare.
Le tue parole sono quanto mai illuminanti, e ci offrono una visione molto più ampia e profonda su cosa sia un trasloco: non ci troveremo solo ad dover spostare qualcosa dal punto A al punto B, ma ad affrontare il Cambiamento, un qualcosa che può spaventarci, ma che rappresenta anche un momento importante di riflessione e di crescita personale.
Queste tematiche sono così interessanti che meriterebbero di essere approfondite in un altro centinaio di post, ma sfortunatamente lo spazio a nostra disposizione è limitato.
Senza “Spoilerare” troppo, prima di salutarci potresti darci qualche anticipazione sulle tematiche che toccherai durante l’incontro alla nostra Family Academy?
Nella serata del 26 Febbraio a Castelmaggiore, cercherò di fornire una serie di spunti pratici per organizzare il trasloco in modo pratico e senza stressarsi: dal come fare gli scatoloni ai materiali migliori per imballare, dalla check list di tutte le incombenze da non perdere di vista, all’ordine migliore con cui disfare pacchi e scatoloni. Per riordinare tutto nel più breve tempo possibile e godersi con gioia la nuova casa!
Abbiamo parlato tanto di quello che è la tua professione e di cosa vedremo il 26 febbraio, ora raccontaci un po’ di te!
Sono laureata in Storia dell’Arte (da qui la mia inclinazione per “La Bellezza”!) ho sempre lavorato come Organizzatrice di eventi e corsi di formazione (professione che mi ha insegnato ad essere ordinata e super organizzata!), ho iniziato a rispondere alle richieste di aiuto di amici e parenti per hobby e un po’ per volta l’ho trasformato in una attività.
Il fattore che tutti mi invidiano è IL TEMPO PER ME.
La domanda che più spesso mi sento fare è come riesco a portare a termine tantissimi compiti, personali o di lavoro, e ad avere anche tempo libero. Da qui l’idea di TIME4YOU, che nasce con il preciso intento di restituire tempo alle persone in un mondo che ci vuole sempre frenetici.Le persone con cui ho avuto modo di lavorare si meravigliano di come in poche, semplici mosse la loro casa, il luogo di lavoro e il loro stile di vita si possa modificare e semplificare, e come questo si traduca in ore a disposizione per coltivare i propri hobby preferiti, ritrovare la forma fisica, trascorrere più tempo con famiglia e amici, o semplicemente per oziare liberamente!
La vita è già, di per sé, troppo complicata per non essere organizzata! Non trovate?
Oltre all’evento del 26 febbraio prossimo, per il quale i posti sono purtroppo terminati, Simona ci accompagnerà in un percorso cominciato il 29 gennaio e che proseguirà per altri 7 incontri fino al 14 novembre.
I prossimi incontri, oltre a riproporre la gestione del trasloco, tratteranno tematiche come:
- Ottenete più tempo per se stessi
- il cambio di stagione del guardaroba
- il rientro dalle vacanze
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